Carte sinottiche.
Le carte sinottiche possono rappresentare l’analisi barometrica al suolo con differenze di 4 hPa per ogni isobara oppure, in quota con differenza di 5 hPa per ogni isobara. Le carte sinottiche riportano il gradiente barico orizzontale (GBO) è: il rapporto tra la differenza di pressione tra due isobare adiacenti (sempre 4hPa) e la loro distanza espressa in Moduli Barici Orizzontali (ogni MBO = 60 miglia). Le linee isobariche più sono vicine più è forte il vento, più sono distanti il vento è debole.
Le carte sinottiche riportano anche la posizione dei fronti, con i relativi simboli internazionali.
Nelle carte meteorologiche sono visibile le zone di alta pressione e bassa pressione. Sono rappresentate quindi le zone cicloniche e zone anticicloniche.
Zona ciclonica = bassa pressione: il moto delle masse d’aria e subsidente convergente dalla periferia verso il centro della configurazione da ovest verso est. Si muovono con rotazione antioraria nell’emisfero nord, emisfero boreale, in senso oraria, nell’emisfero sud, emisfero australe. I valori di pressione nell’area ciclonica aumentano dal centro verso la periferia.
Zona anticiclonica = alta pressione: il modo delle masse d’aria che alle medie latitudini si spostano da ovest verso est e divergente dal centro verso la periferia della configurazione, si muovono con rotazione oraria dell’emisfero nord, emisfero boreale. Antioraria nell’emisfero sud emisfero australe. I valori di pressione nell’area anticiclonica diminuiscono dal centro verso la periferia.
Tendenza barometrica.
Le combinazioni dei tre elementi, temperatura, umidità e pressione possono indicare che:
Saccatura: è quella zona di bassa pressione, che sia insinuata tra due campi di alta pressione, a forma di U.
Promontorio: è quella zona di alta pressione, che sia incuneata tra due campi di bassa pressione, a forma di U.
Sella: un’area d’incrocio tra due cicloni e due anticicloni, disposti a croce.
L’effetto Coriolis ha un ruolo molto importante nella dinamica atmosferica e sulla meteorologia, poiché influisce sui venti, sulla formazione e rotazione delle tempeste, così come sulla direzione delle correnti oceaniche.
Masse d’aria si riscaldano all’equatore, diminuiscono in densità e salgono, richiamando aria più fredda che scorre sulla superficie terrestre verso l’equatore. Poiché non c’è abbastanza attrito tra la superficie e l’aria, questa non acquisisce la velocità necessaria per mantenersi in co-rotazione con la terra. Nella parte superiore dell’atmosfera l’attrito ha scarsa influenza sui venti e le particelle di aria sono soggette esclusivamente alla forza dovuta al gradiente di pressione e all’effetto Coriolis. Queste due forze tendono a compensarsi, e per questo motivo le correnti d’aria ad alta quota tendono a scorrere parallelamente alle isobare. I venti generati con questa dinamica sono chiamati geostrofici. I venti che normalmente scorrerebbero verticalmente dai poli verso l’equatore sono quindi deviati dalla forza di Coriolis e danno origine a quei venti costanti noti con il nome di alisei. Nell’emisfero nord questi venti soffiano da nord-est verso sud-ovest e nell’emisfero sud soffiano da sud-est verso nord-ovest.
I flussi d’aria che si sollevano all’equatore non giungono fino ai poli, poiché la forza di Coriolis costringe le correnti d’aria a muoversi in circolo intorno alle regioni polari.
Per questo motivo, nell’emisfero settentrionale un sistema di bassa pressione ruota in senso antiorario, mentre un sistema di alta pressione ruota in senso orario, come stabilito dalla legge di Buys Ballot; l’opposto avviene nell’emisfero meridionale.
Nell’emisfero nord:
Fronti
Per fronte si intende la linea che esprime la superficie di contatto (superficie frontale) che separa due masse d’aria con diverse caratteristiche. Nel punto in cui una superficie frontale interseca la superficie terrestre, si genera il vero e proprio fronte che origina dei caratteristici fenomeni atmosferici. Nei fronti tra le due diverse masse d’aria si genera uno slittamento verso l’alto dell’aria più calda che più leggera e un abbassamento dell’area più fredda, più pesante.
Fronte freddo
Nel fronte freddo, una massa d’aria fredda si muove velocemente verso una massa d’aria più calda e umida, più l’aria è calda, maggiore quantità di vapore acqueo può contenere. In tal caso l’aria fredda più pesante tende a incunearsi sotto l’aria calda, sospingendola violentemente in alto, dove per espansione adiabatica si dilata e si raffredda. L’umidità condensandosi dà inizio alla formazione di nubi a sviluppo verticale cumuli e cumulonembi e a fenomeni temporaleschi di breve e intensa durata, con vento a raffiche e grossi groppi, forte piogge per centinaia di chilometri, sia in testa che in coda al fronte. Al passaggio del fronte, la pressione aumenta repentinamente accompagnata da un calo dell’umidità e delle temperature con rinforzi del vento che gira rapidamente fino a 180 ° in senso orario. La visibilità molto spesso è ottima, tipica situazione di instabilità.
Fronte caldo
Una massa di aria calda si muove lentamente verso una massa di aria fredda, l’aria calda più leggera sale lentamente sopra l’aria fredda e vi si distende sopra, raggiungendo altitudini con minor pressione ma ad altezza minori rispetto al fronte freddo. L’umidità contenuta condensa, seppur con minore violenza e origina nubi stratiformi a sviluppo orizzontale, piogge persistenti che possono durare per vari giorni. In testa al fronte per effetto della pioggia che, precipitando dall’alto si scalda per attrito ed evapora, si generano nebbie e foschie. Il fronte caldo si annuncia molto lentamente, da 12 ore a due giorni di preavviso. Nella zona che precede il fronte caldo, la pressione cade rapidamente per poi rimanere stazionaria al passaggio. Spesso la visibilità è scarsa per effetto la presenza di aria stabile.
Fronte occluso
Pronto occluso o linea di occlusione, si genera quando un fronte freddo più veloce di un fronte caldo insegue e raggiunge un fronte caldo. Più raramente un fronte caldo va ad occludere con un fronte freddo. In ambi casi si generano perturbazioni con caratteristiche di entrambi i fronti. Il punto più pericoloso dell’occlusione è la zona in cui i due fronti si uniscono a terra e hanno pari forza, generando fenomeni intensi che saranno la somma dei due fronti.
Fronte stazionario
Nel fronte stazionario, due masse d’aria, contatto una fredda e l’aria calda sono in fase di stallo. E nessuna delle due masse d’aria prende sopravvento sull’altra. Generalmente il fronte stazionario produce fenomeni di maltempo di scarsa potenza e comunque mai di genere temporalesco.
MEDICANE
Quando in autunno le prime irruzioni di aria fredda scorrono sopra il Mar Mediterraneo ancora caldo dall’estate, si possono sviluppare cicloni quasi tropicali, in inglese “Tropical Like Cyclones” (TLC) o “Medicane“. Quest’ultima è la denominazione più comune, coniata dai meteorologi americani Steven Businger e Richard Reed nel 1989, per assonanza con il termine americano “Hurricane” (uragano). Al contrario delle basse pressioni tipiche delle nostre latitudini, in cui due settori caldo e freddo si avvolgono attorno ad un minimo di pressione formando le perturbazioni, in un “Medicane” il calore e l’umidità del mare favoriscono la nascita di un vortice di temporali attorno ad un cuore caldo (occhio del ciclone), dove la pressione può scendere anche fino a 980 hPa. In un medicane le isobare e isoterme sono sovrapponibili e il comportamento si dice pertanto “barotropico”. Siccome i “Medicane” traggono la loro energia dal calore delle acque marine superficiali, perdono di intensità rapidamente quando toccano la costa.
Se classificati in base alla scala Saffir-Simpson degli uragani, solo raramente arrivano a toccare il grado I, ovvero quello di uragano debole, il vero e proprio “Medicane”, caratterizzato da venti tra 111 e 153 km/h. Se la velocità dei venti non supera i 110 km/h, si tratta invece di Tempesta Tropicale Mediterranea.
Da quando, nel 1969, sono disponibili le immagini satellitari e fino al 2022 si sono registrati 23 TLC o “Medicane”, inconfondibili nelle immagini dallo spazio per la presenza dell’occhio del ciclone.
I TLC si sviluppano più frequentemente nel periodo tra settembre e dicembre. Tuttavia nel 2023 si è verificata l’eccezionale sequenza di 3 medicane tra il 22 gennaio e il primo di marzo.